(ITA only) Lacrima oltre il crinale Le gambe mi hanno portato fin quassù Rocce, crepacci ed aspri sentieri sono ormai alle spalle Un passo alla volta, su crinali pettinati dal vento. Le mani, queste ribelli appendici ancillari, non volevano essere da meno Lungo avvallamenti e forme sinuose di uno scheletro vestito di velluto Tutto sotto i miei palmi Una carezza alla volta, fino al culmine di queste guance arrossate Colline al tramonto, che fanno da culla ai misteri più intimi. Sono osservatore privilegiato di qualcosa che forse non son degno di vedere. La vista mi spezza il fiato, non prima di aver preteso un'inspirazione dai colori vastissimi. Un piccolo specchio d'acqua, che appare all'improvviso, un gioiello di queste altezze. Lo trovo in una conca, che si é fatta giaciglio di un'emozione improvvisa. Acqua, sorta dal nulla: da dove vieni? Chi ti ha portato qui? Una lacrima scesa dalla cima o una sorgente nelle profondità dell'animo? Quanto erano bui i crepacci in cui te ne stavi? Non colgo la tua origine, misteriosa e riservata, ma mi tuffo nei riflessi del tuo messaggio. I pugni mi si stringono, temo forse che l'entusiasmo possa sfuggire di mano? Capisco ora l'enorme differenza tra le parole "monte" e "montagna": con la prima posso puntare il dito verso una cima e darle un nome, con la seconda posso puntare il dito verso quel punto speciale dentro me, così da lasciarmi abbracciare dalla vastità di queste emozioni marcatamente femminili, come il vocabolo che le accompagna, come il tuo sguardo che fa da specchio al mio. La stanchezza arriva improvvisa, dopo l'intuizione e la meraviglia. Appoggio la guancia sul pendio di questa schiena calda, mi addormento e mi risveglio, ripetutamente, tra i sobbalzi del sonno testardo di un paio d'occhi che vuole rimanere vigile e continuare a guardare, per non perdersi un solo secondo.
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January 2023
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