I luoghi d'infanzia. Da loro arrivano spesso insegnamenti, anche quando torniamo a trovarli a distanza di decenni, Luoghi familiari, luoghi conosciuti, che mutano silenziosi, mostrandosi agili acrobati in un mondo che chiede di adattarsi giorno dopo giorno. Guardo questa cascata che trova posto nei miei ricordi più antichi e che ho la fortuna di andare a trovare spesso, osservandola nella sua evoluzione. Mi trovo a riflettere su un paradosso a cui non avevo mai fatto caso: una cascata é tale solo se costantemente attraversata ed esiste quindi grazie alla sfuggevolezza del suo attore principale, l'acqua. Ci illude sempre di averla colta nella sua interezza mentre la indichiamo con un dito o la imprigioniamo in uno scatto fotografico, che la mostra in un'immobilità che non le appartiene. Senza questo costante accogliere e lasciare andare, trattenuto solo temporaneamente da qualche gelida ma invitante pozza, sarebbe solo un ammasso di rocce, che molto probabilmente verrebbe ignorato. La sua storia é dunque una cicatrice dei passaggi, una firma dei tanti viaggi e dei tanti balzi di acqua passata che forse tornerà, ma forse no. Mi sento come una cascata, nel corpo, nell'animo e in quel che, così misteriosamente, unisce entrambi. Sono un semplice ammasso di rocce. Sono l'acqua che scorre. Sono entrambi e anche di più. Sono la paziente erosione e l'incessante susseguirsi di vortici. Sono il vigore dopo il disgelo e la penuria in un'estate davvero troppo calda. Sono la testimonianza dei tanti torrenti di emozioni che mi attraversano e dei rivoli di esperienze che modellano senza sosta il mio approccio alla vita. Sono il letto di pietre e sassi in cui trovano sfogo fiumiciattoli di ricordi, che si arricciano fino a valle, ricordandomi da dove sono venuto ma indicandomi da che parte si trovi il mio destino. Sono la somma dei tanti scorci che compongono un panorama troppo ricco per poter stare in uno sguardo commosso. È un anno che non scrivo, se non per sfogo o per raccogliere sensazioni che non voglio dimenticare. Oggi sento scorrere in me quella vibrante sensazione di creatività che da tanto mancava (e quanto mancava!). Ringrazio questo posto, che anche oggi si concede come silenzioso ascoltatore e fidato scrigno dei miei segreti sussurrati. Il balzo in questo nuovo anno sembra piuttosto ripido e scosceso, ma ho un sapiente maestro davanti a me ad incoraggiarmi. Faccio un respiro profondo, dunque, e provo a mettere in pratica quella frase di Ajahn Chah che lasciai per cinque anni su una piccola lavagna: "trova rifugio nel lasciar andare". E allora, mi lascio andare, questa volta più che mai!
0 Comments
|
Tags
All
Archives
January 2023
|