Bicchieri già rotti, graffiti già screpolati - Already broken glasses, already cracked graffiti29/5/2017 ITA then ENG, after the pictures "Diciamo: "Non rompere quel bicchiere!". Si può impedire che un oggetto fragile si rompa? Se non si rompe adesso, si romperà in un altro momento. Se non lo fate voi, lo farà qualcun altro. Se non lo fa nessuno, magari ci penserà una gallina! Il Buddha ci dice di accettarlo. Cogliendo il nocciolo della questione, vide che il bicchiere è già rotto. Ogni volta che lo adoperate, riflettete sul fatto che è già rotto. Capite? Il Buddha lo aveva capito. Vedeva il bicchiere rotto nel bicchiere sano. Al momento opportuno si romperà. Coltivate questa comprensione. Adoperate il bicchiere, lo trattate con cura, finché un bel giorno vi scivola dalle mani... nessun problema. E perché non c'è problema? Perché lo vedevate potenzialmente rotto prima che si rompesse! Però l'atteggiamento più comune è "Questo bicchiere mi piace tanto, speriamo non si rompa". Poi, quando il cane lo manda in frantumi... "Quel maledetto cagnaccio!". Odiate il vostro cane perché vi ha rotto il bicchiere. E se il colpevole è vostro figlio, odiate anche lui. Perché? Perché siete repressi senza lasciarvi uno sbocco. Avete costruito una diga senza canale di scarico. L'acqua si accumula e la diga scoppia. Che altro può fare? Quando si costruisce una diga, bisogna dotarla di un canale di scarico. Così, se il volume cresce troppo, l'acqua può defluire senza danni. Raggiunto il livello di guardia, aprite il vostro canale di scarico,. Dovete dotarvi di una valvola di sicurezza. L'impermanenza è la valvola di sicurezza dei discepoli del Buddha. Con questa valvola di sicurezza si può stare tranquilli." Il Dhamma vivo - Achaan Chah -- (Foto scattate nel Maggio 2017... la bellezza dimora anche in ciò che si vorrebbe subito riparare Dettagli di graffiti usurati Worn out graffiti - details ENG
"You say, “Don’t break my glass!” Can you prevent something that’s breakable from breaking? If it doesn’t break now it will break later on. If you don’t break it, someone else will. If someone else doesn’t break it, one of the chickens will! The Buddha says to accept this. He penetrated the truth of these things, seeing that this glass is already broken. Whenever you use this glass you should reflect that it’s already broken. Do you understand this? The Buddha’s understanding was like this. He saw the broken glass within the unbroken one. Whenever its time is up it will break. Develop this kind of understanding. Use the glass, look after it, until when, one day, it slips out of your hand... “Smash!”... no problem. Why is there no problem? Because you saw its brokenness before it broke! But usually people say, “I love this glass so much, may it never break.” Later on the dog breaks it... “I’ll kill that damn dog!” You hate the dog for breaking your glass. If one of your children breaks it you’ll hate them too. Why is this? Because you’ve dammed yourself up, the water can’t flow. You’ve made a dam without a spillway. The only thing the dam can do is burst, right? When you make a dam you must make a spillway also. When the water rises up too high, the water can flow off safely. When it’s full to the brim you open your spillway. You have to have a safety valve like this. Impermanence is the safety valve of the Noble Ones. If you have this “safety valve” you will be at peace." Living Dhamma - Achaan Chah -- Pictures shot in May 2017. Beauty also dwells in what we would promptly repair.
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ITA then ENG after the video Mi piace esplorare come le persone affrontino l'argomento religione, soprattutto per sapere che ruolo abbia nella loro vita. Credo fortemente che ogni religione sia molto affascinante e vestita dei migliori propositi, ma è come le interpretiamo a fare la differenza. Che verbo sceglieresti se dovessi descrivere il tuo atteggiamento verso la tua religione (se ne hai una)? Esplorare? Affidarsi? Credere? Chiedere perdono? C'è una canzone che descrive molto bene il rischio che si cela dietro alle storie che ci sono state raccontate e che ancora sentiamo, soprattutto quando si allontanano dalla verità, pur nella pretesa di essere autentiche. Sebbene possa sembrare una canzone anti-religione (anti-cristiana soprattutto) credo che lo scopo sia l'opposto. Il testo e la musica (abbastanza pesante per alcune orecchie) puntano al "risveglio", per non credere ciecamente alle storie che orbitano intorno alla religione, quando queste vengono usate come strumento di controllo e persuasione delle masse... o peggio per giustificare una guerra. In fin dei conti, siamo qui per viverci il miracolo. -- DEBOLE FANTASIA (© Nightwish, www.nightwish.com) (testo originale in Inglese, qui tradotto in Italiano) Queste storie che ci sono state date Sono piene di sacrificio e vesti lussuriose, Cori dissonanti e occhi rivolti verso il basso L’egoismo di un primate altezzoso Guarda la corona della spia celeste Forgiata col sangue di coloro che lo sfidano Bacia l’anello, loda e canta. Lui adora il tuo dimorare nella paura e nel peccato La paura è una scelta che abbracci La tua unica verità Poesia tribale Stregoneria che riempie il tuo vuoto voglia di fantasia Necrocrazia maschile Ogni bambino merita un racconto migliore Scegli il tuo autore dal menù della fantasia Riempito con sofferenza e schiavitù Vivi solo per i giorni a venire Spazzando la sporcizia della casta superiore Bocca sorridente in una testa in decomposizione Prosciugando il capezzolo di chi è terrorizzato Siamo una razza di narratori Un gruppo affamato con giocattoli di cui vantarsi La paura è una scelta che abbracci (rit.) Dalle parole verso la guerra dei mondi Rinunciamo con disprezzo a tutto questo Dalle bugie viene la forza del nostro amore Latte materno, corretto al veleno, per questo neonato Svegliati bambino, ho una storia da raccontare C’era una volta… (rit.) ENG I like to explore how people cope with the topic "religion", and above all what role this has in their life. I strongly believe that every religion is fascinating and dressed with the best purposes, but our interpretation can make the difference. What verb would you choose to describe your attitude towards your religion (if any)? Explore? Trust? Believe? Ask forgiveness? There's a song that well describes the risk behind the stories that we were told and we still hear, especially when they get far from truth, claiming to be authentic. It might seem an anti-religion song (anti-christian above all), even though the purpose is quite the opposite. Lyrics and music (a bit heavy for some ears) aim for an "awakening", not to blindly believe in the stories orbiting around religion, when these are used to control or persuade people... or (even worse) to justify a war. Eventually, we are here to live the miracle. -- WEAK FANTASY (© Nightwish, www.nightwish.com) These stories given to us all Are filled with sacrifice and robes of lust Dissonant choirs and downcast eyes Self-hood of a condescending ape Behold the crown of a heavenly spy Forged in blood of those who defy Kiss the ring, praise and sing He loves you dwelling in fear and sin Fear is a choice you embrace Your only truth Tribal poetry Witchcraft filling your void Lust for fantasy Male necrocracy Every child worthy of a better tale Pick your author from à la carte fantasy Filled with suffering and slavery You live only for the days to come Shoveling trash of the upper caste Smiling mouth in a rotting head Sucking dry the teat of the scared A storytelling breed we are A starving crew with show-off toys Fear is a choice you embrace (ch.) From words into war of the worlds This one we forsake with scorn From lies the strength of our love Mother’s milk laced with poison for this newborn Wake up child, I have a story to tell Once upon a time (ch.) Scene dipinte da meticolose pennellate ancestrali, Birsfelden - Svizzera - Maggio 2017
-- Scenes painted with thorough ancestral strokes, Birsfelden - CH - May 2017 ITA then ENG after the picture Come scrisse Shantideva nelle prime righe del suo "Bodhisattva's way of life", questo sito non dice nulla che non sia già stato spiegato da qualcun altro Tuttavia, è un modo per me di mettere le cose per iscritto, per impararle e praticarle meglio, e chissà, magari tutto questo tornerà utile a qualcuno. "Buddha ha paragonato la nostra natura di Buddha a una pepita d'ora immersa nella sporcizia: per quanto siano forti le illusioni di una persona, la reale natura della sua mente rimane immacolata, come oro puro. Persino nel cuore della persona più crudele o più degenerata esiste il potenziale di amore senza limiti, di compassione e di saggezza. A differenza dei semi delle nostre illusioni, i quali possono essere distrtutti, questo potenziale è totalmente indistruttibile, ed è l'essenziale natura di ogni essere vivente. Ogni volta che incontriamo altre persone, invece di concentrarci sulle loro illusioni, dovremmo focalizzarci sull'oro della loro natura di Buddha. Questo ci consentirà non solo di considerarle speciali e uniche, ma anche di aiutarle a fare uscire le loro qualità migliori." Geshe Kelsang Gyatso - "Otto passi verso la felicità" ENG
Using few words very similar to the ones used by Shantideva in the very beginning of his "Bodhisattva's way of life", this website does not say anything that hasn't been explained already. However, it's a way for me to write things, to better learn and practice them and who knows, maybe they'll be useful for someone. "Buddha compared our Buddha nature to a gold nugget in dirt, for no matter how disgusting a person’s delusions may be, the real nature of their mind remains undefiled, like pure gold. In the heart of even the cruelest and most degenerate person exists the potential for limitless love, compassion and wisdom. Unlike the seeds of our delusions, which can be destroyed, this potential is utterly indestructible, and is the pure, essential nature of every living being. Whenever we meet other people, rather than focusing on their delusions we should focus on the gold of their Buddha nature. This will not only enable us to regard them as special and unique, but also help to bring out their good qualities. Geshe Kelsang Gyatso - “Eight Steps to Happiness” ITA then ENG, after the pictures E' il periodo del via vai frenetico! Lo stesso albero (vivissimo e rigoglioso!) fa da casa a due nidi, uno di cinciarella e uno di picchio rosso maggiore. Se vi trovate a osservare un nido, fate in modo da mimetizzarvi o perlomeno state a una distanza sufficiente per cui i genitori possono continuare ad alimentare i piccoli. Inoltre, meglio non pubblicizzarlo troppo per non farlo diventare un posto affollato. Sarà il vostro piccolo segreto per una buona causa! Godetevi la natura sapendo che anche da voi dipende la buona riuscita o il fallimento del sublime progetto! ENG
It is now the period of the coming and going! The same tree (alive and flourishing!) is home for two nests, used by a blue tit and a woodpecker. If you find a nest, ensure you camouflage yourself or at least stay at a safe distance that allows the flying parents to feed the chicks. Furthermore, it is better not to share the location of the nest with too many people, to avoid crowding. It'll be your little secret for a good cause! Enjoy nature, knowing that the success or failure of the magnificent project, depends also on you! ITA then ENG after the pictures Ai lati delle strade più dimenticate Sulle rocce più inospitali Oltre gli ostacoli più insormontabili Loro crescono aggrappandosi alla luce a mani nude. - Foto scattate nel maggio 2017. ENG
At the side of the most forgotten roads On the most unwelcoming rocks Beyond the most insurmountable barriers They grow Grasping light With bare hands. - Pictures shot in May 2017 L'elefante che scalcia e la libellula in castigo - The bucking elephant and the grounded dragonfly10/5/2017 ITA, then ENG, after the picture "Gli antichi testi Pali paragonano la meditazione all’addomesticare un’elefante selvaggio. A quei tempi, con una corda resistente si legava ad un palo l’animale appena catturato. L’elefante, che si ritrovava legato non era certo contento: barriva e scalciava, e tirava la corda per giorni. Finalmente gli entrava in testa il fatto che non poteva andarsene, e si calmava. A quel punto potevano cominciare a nutrirlo ed a occuparsi di lui, prendendo qualche misura di sicurezza. Alla fine potevano fare a meno della corda e del palo e riuscivano ad addestrare l’elefante ai vari compiti. Si ritrovavano cosi ad avere un’elefante addomesticato che poteva essere impiegato per un lavoro utile. In questa analogia l’elefante selvaggio è la vostra mente, selvaggiamente vivace, la corda è la consapevolezza ed il palo è l’oggetto della meditazione, cioè il respiro. L’elefante addomesticato, il risultato del processo, è una mente ben addestrata e concentrata, che puo essere usata per il lavoro, estremamente arduo, di penetrare strati di confusione che oscurano la realtà. La meditazione addomestica la mente." - (La consapevolezza in parole semplici - H. Gunaratana) ENG
"Ancient Pali texts liken meditation to the process of taming a wild elephant. The procedure in those days was to tie a newly captured animal to a post with a good strong rope. When you do this, the elephant is not happy. He screams and tramples, and pulls against the rope for days. Finally it sinks through his skull that he can’t get away, and he settles down. At this point you can begin to feed him and to handle him with some measure of safety. Eventually you can dispense with the rope and post altogether, and train your elephant for various tasks. Now you have got a tamed elephant that can be put to useful work. In this analogy the wild elephant is your wildly active mind, the rope is mindfulness, and the post is our object of meditation, our breathing. The tamed elephant who emerges from this process is a well-trained, concentrated mind that can then be used for the exceedingly tough job of piercing the layers of illusion that obscure reality. Meditation tames the mind." - (Mindfullness in plain English - H. Gunaratana) (ITA then ENG, after the pictures) La collezione "un castello al mese" continua, ancora una volta inaspettatamente, dopo gli episodi precedenti (che trovate qui e qui). Da Arlesheim e il suo Ermitage ho avuto molto più di un semplice castello (Il castello di Birseck), rivelandosi un posto pieno di vibrazioni antiche, mistiche sensazioni e citazioni sbalorditive (senza dimenticare due nidi di cincia nella torre!). Lascio parlare le foto, che dicono tutto da sole. - (Foto scattate ad Arlesheim e nel castello di Birseck, Maggio 2017). ENG
The "one castle a month" collection goes on, again unexpectedly, after the previous episodes (that you find here and here). From Arlesheim and its Ermitage I got more than just a castle (The castle of Birseck), revealing to me a place full of ancient vibrations, mystic sensations and stunning quotes (not two forget two bird nests in the tower!). I let the pictures do the talking. - (Pictures shot in Arlesheim and Bisreck castle, May 2017). (ITA only) Tutto è partito da una giornata di pioggia, da delle foto che ho scattato a delle onde, che da millenni affascinano, evidentemente, non soltanto me. Ho trovato quindi una poesia di Pascoli che non ricordavo (o che forse non ho mai conosciuto), dove le onde parlano a un naufrago. Ci sono dei versi che richiamano molto l'impermanenza delle cose, il continuo mutamento di tutto, che ci porta a toccare e percepire angoli emotivi sconosciuti, spiacevoli e spesso contraddittori. In un verso, che ho riportato nel titolo dell'articolo, c'è addirittura uno dei temi centrali di molte filosofie o religioni orientali, ovvero l'illusione che il cosiddetto "Io" esista, quando invece è vuoto ma attraversato dall'esperienza e dal sentire. L'essere un tutt'uno che si abbraccia e condiziona è un tema poetico già di per sé, ancora più potente quando è messo in versi da leggere lentamente. Essendo questo sito molto caro a tutti questi temi, ecco un paio di foto, la poesia in questione e una lettura della stessa del mitico Gassman. Datene l'interpretazione che più vi garba. Il naufrago (G. Pascoli, 1909) I Il mare, al buio, fu cattivo. Urlava sotto gli schiocchi della folgore! Ora qua e là brilla in rosa la sua bava. Intorno a mucchi d'alga ora si dora la bava sua lungi da lui. S'effonde l'alito salso alla novella aurora. Vengono e vanno in un sussurro l'onde. Sembra che l'una dopo l'altra salga per veder meglio. E chiede una, risponde l'altra, spiando tra quei mucchi d'alga... II – Chi è? Non so. Chi sei? Che fai? Più nulla. Dorme? Non so. Sì: non si muove. E il mare perennemente avanti lui si culla. Noi gli occhi aperti ti baciamo ignare. Che guardi? Il vento ti spezzò la nave? Il vento vano che, sì, è, né pare? E tu chi sei? Noi, quasi miti schiave, moviamo insieme, noi moriamo insieme costì con un rammarichìo soave... Siamo onde, onda che canta, onda che geme... III Tu guardi triste. E dunque tua forse era la voce che parea maledicesse nell'alta notte in mezzo alla bufera! Noi siamo onde superbe, onde sommesse. Onde, e non più. L'acqua del mare è tanta! Siamo in un attimo, e non mai le stesse. Ora io son quella che già là s'è franta. E io già quella ch'ora là si frange. L'onda che geme ora è lassù, che canta; l'onda che ride, ai piedi tuoi già piange. IV Noi siamo quello che sei tu: non siamo. L'ombre del moto siamo. E ci son onde anche tra voi, figli del rosso Adamo? Non sono. È il vento ch'agita, confonde, mesce, alza, abbassa; è il vento che ci schiaccia contro gli scogli e rotola alle sponde. Pace! Pace! È tornata la bonaccia. Pace! È tornata la serenità. Tu dormi, e par che in sogno apra le braccia. Onde! Onde! Onda che viene, onda che va... |
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