(ITA only) Tutto è partito da una giornata di pioggia, da delle foto che ho scattato a delle onde, che da millenni affascinano, evidentemente, non soltanto me. Ho trovato quindi una poesia di Pascoli che non ricordavo (o che forse non ho mai conosciuto), dove le onde parlano a un naufrago. Ci sono dei versi che richiamano molto l'impermanenza delle cose, il continuo mutamento di tutto, che ci porta a toccare e percepire angoli emotivi sconosciuti, spiacevoli e spesso contraddittori. In un verso, che ho riportato nel titolo dell'articolo, c'è addirittura uno dei temi centrali di molte filosofie o religioni orientali, ovvero l'illusione che il cosiddetto "Io" esista, quando invece è vuoto ma attraversato dall'esperienza e dal sentire. L'essere un tutt'uno che si abbraccia e condiziona è un tema poetico già di per sé, ancora più potente quando è messo in versi da leggere lentamente. Essendo questo sito molto caro a tutti questi temi, ecco un paio di foto, la poesia in questione e una lettura della stessa del mitico Gassman. Datene l'interpretazione che più vi garba. Il naufrago (G. Pascoli, 1909) I Il mare, al buio, fu cattivo. Urlava sotto gli schiocchi della folgore! Ora qua e là brilla in rosa la sua bava. Intorno a mucchi d'alga ora si dora la bava sua lungi da lui. S'effonde l'alito salso alla novella aurora. Vengono e vanno in un sussurro l'onde. Sembra che l'una dopo l'altra salga per veder meglio. E chiede una, risponde l'altra, spiando tra quei mucchi d'alga... II – Chi è? Non so. Chi sei? Che fai? Più nulla. Dorme? Non so. Sì: non si muove. E il mare perennemente avanti lui si culla. Noi gli occhi aperti ti baciamo ignare. Che guardi? Il vento ti spezzò la nave? Il vento vano che, sì, è, né pare? E tu chi sei? Noi, quasi miti schiave, moviamo insieme, noi moriamo insieme costì con un rammarichìo soave... Siamo onde, onda che canta, onda che geme... III Tu guardi triste. E dunque tua forse era la voce che parea maledicesse nell'alta notte in mezzo alla bufera! Noi siamo onde superbe, onde sommesse. Onde, e non più. L'acqua del mare è tanta! Siamo in un attimo, e non mai le stesse. Ora io son quella che già là s'è franta. E io già quella ch'ora là si frange. L'onda che geme ora è lassù, che canta; l'onda che ride, ai piedi tuoi già piange. IV Noi siamo quello che sei tu: non siamo. L'ombre del moto siamo. E ci son onde anche tra voi, figli del rosso Adamo? Non sono. È il vento ch'agita, confonde, mesce, alza, abbassa; è il vento che ci schiaccia contro gli scogli e rotola alle sponde. Pace! Pace! È tornata la bonaccia. Pace! È tornata la serenità. Tu dormi, e par che in sogno apra le braccia. Onde! Onde! Onda che viene, onda che va...
0 Comments
Your comment will be posted after it is approved.
Leave a Reply. |
Tags
All
Archives
January 2023
|