Soldi. C'è chi ne sente il bisogno, chi li condanna come "radice del male" delle società moderne e chi li brama oltre ogni limite.
Ma sono davvero necessari? Sono davvero da condannare? Per chi vive nella società moderna, pare evidente che 1) servono e 2) sono alla base delle differenze sociali. Ma se fosse uno strumento buttatoci sotto gli occhi per farci capire? Perché vanno per forza condannati? Loro, ebbene sì, non c'entrano proprio nulla. Sono carta e metallo completamente ignari del valore che viene loro assegnato. E allora ho provato a guardarli più da vicino. A) I soldi a volte arrivano regolarmente, a volte in eccesso, a volte non arrivano, mettendoci in difficoltà. Non c'é una regola. B) I soldi, se accantonati e basta, non servono a molto. Fossero spaghetti, uno potrebbe pensare di immagazzinare scorte per il futuro, ma i soldi non sono né proteine né carboidrati. C) I soldi, quando escono dalle nostre tasche, possono voler dire acquistare o donare (Nota: corrompere ricade sotto la voce acquistare). E pensaci bene: puoi comprare di tutto o donare a chiunque. D) I soldi sono di carta o metallo, tra i materiali più antichi della storia dell'umanità. E) I soldi sono diventati l'unità di misura per gli aggettivi "ricco", "povero", quasi come se qualcosa di materiale potesse influenzare l'identità dell'individuo, la sua essenza. Dopo averli guardati da vicino, li ho riletti sotto la chiave di quella rivelazione, ed ecco il risultato (tengo le stesse lettere). A) Tutte le cose sono impermanenti e i soldi non sono da meno, é meglio che accettiamo il fatto che a volte ce ne saranno di più, altre volte ce ne saranno di meno. ("Anicca vata sankhara", come si dice nel Buddismo Theravada) B) Accumulare denaro (o comprare una marea di COSE col denaro) é una forma di attaccamento (Upadana, in sanscrito). L'illusione qui sta nel fatto che avere più soldi o più cose sia una sorgente di felicità. Quando moriremo, dovremo lasciare alle spalle tutto quanto, quindi se proprio devi guadagnare e spendere soldi, fallo con criterio, il che mi porta al punto C. C) E' importante cosa fai con i soldi, non quanti ne hai. Se sei un milionario, non sei per definizione spregevole, così come chi non ha un quattrino non é per definizione una persona squisita. Aiuti le persone? Regali momenti a chi ti circonda? Il "cosa fai con i soldi" rientra nell'insieme più grande delle tue "azioni" e le azioni hanno delle conseguenze (Karma, o karman o kamma che dir si voglia, se vogliamo usare il sanscrito ancora una volta). Pensa bene se il modo in cui stai spendendo i soldi porta dolore o pace a qualcuno. D) I soldi sono fatti di natura! Usiamo quel che ci é stato messo intorno (vivo!) come merce di scambio. Mettitelo in testa: non saranno mai tuoi, devono lasciarti cosi come sono arrivati. Il che non vuol dire spendere tutto quello che hai, ma ancora una volta, usa la testa e il cuore. E) Dare identità e giudizi sulla base di quanti soldi si hanno, é sciocco. Prima di tutto perchè una persona "è" indipendentemente da ciò che "ha", e in secondo luogo perchè non c'é nessun "io" e nessun "te" e nessun "lui/lei". Siamo tutti UNO (v. il concetto di anatta, il sanscrito ci torna ancora utile!) e fare in modo che i soldi generino differenze è tanto assurdo quanto doloroso. Insomma, i soldi sono un fantastico e neutro scrigno di insegnamenti (buddisti, yogici o quel che volete). Ecco perché ce li hanno messi davanti agli occhi tutti i giorni: abbiamo bisogno di ripetizioni costanti, noi nati nella società "moderna". Pensateci quando strisciando le dita su una banconota sentirete il rumore delle foglie e quando tenterete la sorte giocando a "testa o croce".
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