Tutto ciò che porta all'essenza di tante realtà consiste più nel togliere che mettere.
Per andare lentamente, bisogna togliere velocità. Per essere più concentrati, bisogna togliere distrazioni (o esercitarsi a farlo). Perché una relazione sia più solida, non bisogna tanto mettere impegno e sforzo, ma togliere le tensioni e le possibilità che si verifichino. Per gioire della felicità altrui, vanno tolti i paletti e non messi. Per essere meno delusi, bisogna levare le aspettative (o dar loro un'importanza minore...). Per comunicare, bisogna togliere i muri. Per capire, é la pretesa di conoscere la verità a dover prendere il volo. Per l'amore incondizionato, manco a dirlo, vanno tolte le condizioni. Persino una carezza, non consiste tanto nel mettere delicatezza, ma nel togliere peso. Dulcis in fundo, per raggiungere il silenzio, bisogna solo togliere tutto quel che genera il suo non-esserci. Da qui é arrivata l'intuizione. Togli voci, rumori, suoni ed ecco il silenzio, così tanto celebrato da montanari e praticanti delle più bizzarre pratiche spirituali. Sembra un paradosso: non é né tangibile né visibile ma si ottiene togliendo tutto ciò che é udibile. Ma a una piuma o a una foglia d'autunno, questo non c'é nemmeno bisogno di dirlo o di spiegarlo.
2 Comments
emanuela
7/2/2017 08:59:46
Ciao Ale, ho letto ai miei allievi queste tue parole ... silenzio di tomba e commozione. Spesso insieme a loro le ricordiamo nella nostra pratica sul tappetino ... mi piace perche' in questo modo spesso sei con noi! Un abbraccio
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Ale M.
7/2/2017 18:05:00
Che bello Manu! Il fatto che leggi le mie strambe riflessioni nelle tue pratiche è una cosa talmente grande che sto io a mia volta in sacro silenzio, godendomi questo dono gigante. Grazie davvero.
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